Nella notte tra sabato 10 luglio e domenica 11 luglio si è giocata la partita più importante dell’anno per quanto riguarda il mondo sudamericano. La Copa America è infatti il torneo internazionale più antico: la prima edizione si è tenuta nel lontano 1916. Ogni finale è particolarmente sentita, ma quando si affrontano Argentina e Brasile, per di più al Maracanà, l’evento è imperdibile.
Notorie sono le condizioni nelle quali arrivava l’Argentina a questo scontro: il successo in Copa manca da 28 anni, proprio dalla vittoria di Diego Armando Maradona. Da parte sua, Lionel Messi, non è mai riuscito a vincere un trofeo con l’albiceleste. Fa notizia infatti che il giocatore più forte del mondo, in competizione solamente con CR7, non sia mai riuscito a vincere qualcosa con la nazionale. Anzi, il fenomeno di Rosario ha il dispiacere di contare 5 sconfitte in finale, di cui quattro in Copa e una al Mondiale del 2014. Ma quella notte, al Maracana, si è scritta la storia.
La nazionale di Scaloni schiera il solito 4-4-2, con Lautaro Martinez e la Pulga in attacco, De Paul a centrocampo con Di Maria esterno, Otamendi a guidare il reparto difensivo con il giovane Romero e Martinez tra i pali. Il Brasile risponde chiaramente con l’altra stella Neymar Jr, affiancato da giocatori del calibro di Ederson, Thiago Silva, Marquinhos, Paqueta e Richarlison. Le due squadre sono più o meno equivalenti, ma ciò che farà la differenza sarà la voglia di conquistare una finale storica.
L’Argentina non ha mai vinto al Maracanà in partite ufficiali contro il Brasile, ma solamente in due amichevoli: le ultime due finali tra le due squadre vedono il Brasile trionfare ai rigori nel 2004, e per 3-0 nel 2007.

I primi venti minuti di partita fanno capire a chi non avesse idea della rivalità tra i brasiliani e gli argentini molte cose: la partita è spezzata da continui falli. Gli ammoniti totali a fine partita saranno 9. Nella parte iniziale le squadre faticano a trovare spazi. Neymar si fa vedere a intermittenza, mentre Messi sembra quasi non essere sceso in campo. Al 21esimo trova il gol l’Argentina, merito di una lettura tattica perfetta del CT Scaloni: dietro le spalle di Renan Lodi c’è sempre moltissimo spazio, che deve essere attaccato dal giocatore schierato sulla fascia, Angel Di Maria. El Fideo, a riposo nelle tre partite precedenti, sfrutta il buco lasciato dal terzino dell’Atletico, servito dal Man of the Match De Paul. Il pallonetto con cui insacca Ederson è pura classe. Di Maria interrompe un digiuno lungo 3 anni con un gol pesantissimo e importantissimo per la selecciòn.

Dopo la rete, le occasioni per l’Argentina scarseggiano e il Brasile riesce pian piano a salire in cattedra, non riuscendo però a recuperare lo svantaggio prima della fine del primo tempo. La seconda frazione comincia col botto. Richarlison, dopo 2 minuti, trova il gol grazie a un fortunoso rimpallo, ma gli viene annullato per fuorigioco. Mentre Neymar comincia ad accendersi, Messi continua a esser spento, e non riesce a giocare il suo fantastico calcio. Il Brasile attacca, e il CT Tite inserisce giocatori dal pesante calibro offensivo, come Firmino e Gabriel Barbosa. Sarà proprio l’attaccante del Flamengo, con un tiro al volo di sinistro sugli sviluppi di un calcio d’angolo, a costringere Martinez a un gran intervento. Anche Richarlison ci riprova, ma il portiere argentino risponde presente ancora una volta, respingendo in corner.
L’Argentina è costretta a difendere e a chiudersi, affacciandosi in zona offensiva solamente in contropiede: in una occasione de Paul serve una palla perfetta a Messi, che però si fa ipnotizzare a tu per tu da Ederson. Probabilmente neanche la Pulga si aspettava una palla così geniale. Nonostante il matchpoint fallito, il Brasile non segna, e l’Argentina vince per 1-0 la sua quindicesima Copa America.
L’albiceleste aumenta il suo bottino in questa competizione, raggiungendo l’Urugquay al vertice a quota 15 trofei. Messi scoppia in lacrime, regalando ancora una volta momenti indimenticabili ai tifosi di questo sport e mettendo a tacere i pochi che lo criticavano per lo scarso successo in nazionale. Il nome di Lionel Messi, se ci fossero ancora dubbi, è entrato ancor di più nella storia. Sulla Copa viene inciso Argentina e Messi ne è l’indiscusso artefice, capocannoniere e assistman del torneo. Dalle immagini traspare un Neymar sconsolato, in lacrime: era la sua prima finale di Copa America, nel 2019 assente per infortunio. I due amici però, si lasciano ad un abbraccio bellissimo, che testimonia ancora come il calcio non sia solo uno sport, ma quell’occasione di unione e passione che fa nascere in noi emozioni fortissime, a volte bellissime, a volte bruttissime.
