Diogo Jota: il quarto incomodo

Cosa hanno in comune Jurgen Klopp e Fernando Santos?

All’apparenza nulla, ma in realtà c’è un elemento nella rosa di entrambi che ha lo stesso ruolo, quello di riserva di lusso. Ma siamo sicuri che questo appellativo gli si addica? Probabilmente per quello che sta facendo vedere no. Perché Diogo Jota non può più essere considerato come tale.

Ma chi è la nuova stella dei reds?

Diogo José Teixeira da Silva, questo il suo nome all’anagrafe, nasce a Massarelos, una delle sette freguesias, che tradotto letteralmente significa parrocchie, che danno il nome ai distretti in cui è divisa Oporto. Ma allora perché sulla maglia con la quale scende in campo non ha il nome con il quale è registrato all’anagrafe? Il motivo è particolare, ma non troppo. Ai tempi delle giovanili alle sue spalle c’era il nome e la “J”, abbreviazione di José. Ed è da questa lettera, che in portoghese si pronuncia “Jota”, che nasce il soprannome che lo accompagna tuttora.

Diogo Jota in maglia reds con il numero venti sulle spalle

La sua carriera inizia quando il piccolo Diogo ha solo nove anni, quando grazie alla passione trasmessa dai genitori Isabel e Joaquim entra nella squadra del Gondomar. Una squadra a cui lui rimarrà legatissimo, a tal punto da essere scelta nel gioco Football Manager, del quale la mezza punta portoghese è appassionato.
L’altra sua grande passione è Fifa, infatti Jota con un Joystick in mano è a dir poco fenomenale. Lo scorso anno nella World League ha ottenuto il clamoroso risultato di 30 a 0, classificandosi come 61° giocatore più forte del pianeta sulla piattaforma targata EA Sports.

La carriera nel piccolo club del Gondomar, che ora milita in terza divisione portoghese, dura poco. Perché dopo aver stupito tutti, anche tra le categorie dei ragazzi più grandi, arriva la chiamata del Paços Ferreira, club di Primeira Liga. Un’occasione irripetibile per il giovane Diogo, il quale è abile a coglierla al volo, a tal punto da essere promosso in prima squadra a fine stagione.
L’anno successivo è quello in cui fa il suo esordio in coppa e campionato, diventando tra l’altro il più giovane marcatore nella massima serie della storia dei Castores.

La stagione seguente si mostra definitivamente al calcio portoghese: doppia cifra di goal e assist, e fari puntati addosso dei più grandi club lusitani. Ma chi se lo aggiudica per la cifra di sette milioni è l’Atletico Madrid. Tuttavia il parco attaccanti dei colchoneros è affollato, quindi Jota finisce in prestito al Porto, che tanto l’aveva voluto.

Anche qui vive un’ottima stagione, nella quale firma la sua prima tripletta in carriera, all’esordio. I Dragones perdono solo due volte, quando il neo acquisto non gioca nemmeno un minuto.
A Oporto arriva probabilmente la svolta della sua carriera, perché fa la conoscenza di Nuno Espirito Santo, che decide a fine stagione di portarselo in Championship. In Inghilterra ha l’ambizioso progetto di riportare in Premier un glorioso club come il Wolverhampton e decide di farlo nel segno della bandiera portoghese. Diogo, nonostante le critiche ricevute in patria, non ci pensa due volte e vola oltremanica, grazie alla formula del prestito con diritto di riscatto e controriscatto. Anche in Gran Bretagna, trascina i Wolves nella massima serie a suon di assist, goal e giocate di una categoria superiore.
Categoria superiore, la prima, che affronta l’anno dopo, quando il Wolverhampton esercita il diritto di riscatto di 14 milioni.

L’impatto con quello che, da molti, viene definito il campionato più bello del mondo non è dei migliori. Riesce comunque a togliersi qualche soddisfazione, come quella di firmare una tripletta, contro il Leicester, secondo portoghese a riuscirci dopo Ronaldo. A fine anno, la colonia lusitana guidata da Espirito Santo arriva settima e, superati i playoff contro il Torino, torna a giocare una competizione internazionale.
In questa annata partecipano all’Europa League, dove si spingono fino ai quarti, uscendo per mano dei futuri campioni del Siviglia. Ma i tifosi del Wolverhampton, oltre che tornare per il continente, possono ammirare la definitiva consacrazione di Jota.

Prestazioni di altissimo livello che gli valgono la chiamata dalla selezione portoghese, con la quale Diogo vince la Nations League. Ma non è finita qui…

Il fantasista portoghese che esulta dopo un goal con i Wolves

Il Liverpool investe su di lui la cifra di 45 milioni, investimento importante per un giocatore che non parte nemmeno tra i titolari nelle gerarchie dell’allenatore. Decide però che le gerarchie di Klopp possono e devono essere soverchiate. Perché lui sa che questa una sliding door della sua carriera, sa che se dovesse imporsi ad Anfield realizzerebbe definitivamente il sogno di una vita. E allora ecco qui, goal all’esordio in Premier League contro l’Arsenal, rete alla prima in Champions con i Reds e marcatura numero 10000 nella lunga storia del Liverpool.

Ormai la scintilla tra Jota e l’allenatore è scoccata. L’ex tecnico del Dortmund non vuole più privarsi della freschezza, del talento del classe ’96 di Massarelos. Ha notato il suo carisma, la sua capacità di non farsi impaurire da Anfield, dalla gloriosa storia del club, dal valore dei compagni di squadra. Il tecnico tedesco è uno di quelli che crede fermamente nel suo sistema di gioco, non lascia mai il 4-3-3, e quando l’ha fatto è stato per necessità, come infortuni. Diogo è quel tipo di giocatore che si sposa perfettamente con il gioco di Klopp. Fa del pressing sugli avversari e del tempismo con il quale va a segno il suo pane quotidiano.

Per di più, oltre ad essere un’alternativa di lusso a Salah, Mané e Firmino, Jota può garantire anche una variante tattica, quella del 4-2-3-1, già utilizzata in stagione. Ma non è tutto perché le grandiose prestazioni e la sua duttilità, gli hanno permesso di trovare posto da titolare nel tridente in più di un’occasione. Due settimane fa a Bergamo la più memorabile, dove ha sbriciolato la difesa atalantina con una tripletta, la quinta in carriera, la prima con il Liverpool.

Nella serata di Champions ha messo in mostra tutto il suo repertorio sopraccitato e ha, almeno per una nottata, relegato in panchina Firmino. Ma Klopp, sia per rispetto del brasiliano che per evitare pressioni sul portoghese, ha spiegato che è sbagliato declassare in breve tempo chi ha dato tanto per la maglia come Bobby.

Diogo Jota che gioisce per la rete contro il West Ham

Diogo Jota ha detto che però il suo miglior momento in carriera deve ancora arrivare. Ha però detto che sta riuscendo a fare quello che sa fare meglio: segnare goal. Forse, proprio per questo, in una sua recente dichiarazione ha scherzosamente chiesto che vengano alzati i suoi valori su Fifa.

Probabilmente, anche se non lo ammette, è pienamente cosciente del periodo che sta vivendo.
L’asteroide Jota si è schiantato dal lato red del Mersey, e chissà che oltre a Klopp, non sia a breve anche il CT portoghese ad affidarsi a Diogo. In nazionale ha una concorrenza anche qui molto agguerrita: Ronaldo, Guedes, Silva, Joao Felix. Ma come è riuscito a ritagliarsi spazio nel club, siamo sicuri che riuscirà a giocare anche con CR7.