Donnarumma, MVP e garanzia della nazionale

Da Gigi a Gigio, dal 2006 al 2021. Portieri di epoche diverse ma accomunati da un destino molto simile: la vittoria di una grande coppa. E non a caso tra i protagonisti delle due imprese ci sono due portieri con lo stesso nome. Un nome destinato a diventare grande e a scrivere pagine di storia. Sì, perché come si è chiusa una grande storia con la maglia della nazionale, quella numero 1 di Buffon, ne inizia un’altra con la 21 di Donnarumma. Una tradizione di portieri, quella italiana, che nessuno può vantare.

La storia continua; dopo il buio nella notte del 13 novembre 2017 a San Siro e le lacrime di un disperato Buffon, l’Italia compie una grande impresa per il calcio italiano, guidata da Roberto Mancini. Quella serata nera per il nostro calcio sancisce anche il cambio di guardia in porta: esce, nella peggiore delle serate, il campione Buffon ed entra a difendere la porta italiana per gli anni a seguire un giovane diciottenne predestinato, pronto a guidare la nostra nazionale.

Oggi quel ragazzino smarrito nei fischi di San Siro, para il rigore decisivo, vince l’Europeo e il premio di miglior giocatore del torneo.
Lanciato nella mischia, a soli 16 anni, dall’allora tecnico del Milan Mihajlovic, Donnarumma si sta definitivamente affermando come il miglior portiere del mondo.
A 22 anni può vantare già 215 presenze in Serie A e 33 in nazionale. Tanta bravura, sicurezza e carattere che lo hanno portato a diventare un perno della nazionale di Mancini, fondamentale in tante situazioni. A partire dalle partite di qualificazione ad Euro2020, fino alla finale di Wembley contro l’Inghilterra; un percorso di crescita esponenziale, che ha avuto come meta il tetto di Europa.

Durante la scalata, con un totale di 987 minuti, il portiere di Castellammare insieme a Sirigu, Cragno e Meret, hanno battuto il record della porta inviolata. Sono riusciti a non subire goal per 1.168 minuti: da quello siglato da Van De Beek in Nations League, al goal di Kalajdzic contro l’Austria.
Un record importante e simbolo del lavoro che è stato fatto nella fase difensiva costruita da Mancini e soprattutto dall’abilità dei portieri della nazionale azzurra.

Il premio di miglior giocatore, consegnatogli da Ceferin, è un traguardo storico per l’intera competizione. Donarumma è infatti il primo portiere nella storia a ricevere tale riconoscimento. Ma Gigio se lo merita tutto: ha difeso la porta italiana sempre, dalle prime uscite, apparentemente semplici difensivamente, fino ai gironi. Contro Turchia, Svizzera e Galles, tenendo la porta sempre inviolata. Per poi passare alla fase ad eliminazione diretta, quando le cose si sono fatte più complicate; è stato protagonista di parate da fuoriclasse: su Gregoritsch contro l’Austria, respingendo poi i colpi di De Bruyne e Lukaku ai quarti. E parando il rigore a Morata dando così la possibilità a Jorginho di chiuderla. In finale ci porta al trionfo; dopo l’ottima partita, para i rigori ai subentranti Sancho e Saka, regalandoci la Coppa Henri Delaunay.

Durante tutta la competizione il classe ’99 è stato bravo ad isolarsi per quanto riguardava le voci di mercato sul suo conto. Si è liberato dalle pressioni, portate dal mancato rinnovo in rossonero, giocando tutte le partite con grande serietà e tranquillità. Durante il giorno di riposo concesso da Mancini in seguito al successo contro il Galles, accompagnato da Vialli e dal medico Ferretti, il ragazzo ha svolto le visite mediche all’Ospedale Sant’Andrea di Roma in vista della prossima firma con il PSG.
Al ritorno in gruppo il giovane portiere è rientrato con la testa sulle spalle, con il focus puntato sulla competizione e sui futuri impegni nella fase ad eliminazione diretta. Dimostrando tanta maturità per un giocatore giovane messo tantissime volte sotto pressione per questioni economiche con il Milan e per il rapporto con i tifosi, non sempre idilliaco.

Adesso però l’omaccione di Castellammare di Stabia, a 22 anni, è pronto per calcare i più grandi palcoscenici europei da protagonista assoluto. E il premio di miglior giocatore della competizione, con questa coppa che tutti aspettavamo dal lontano 2006, sono il timbro della grande crescita, sia in campo che fuori.
E adesso, come quindici anni fa, possiamo stare veramente sereni perché tra i pali c’è un altro Gianluigi, un altro numero 1 al mondo.