“Attento che l’ultimo l’hai sbagliato”. Con queste parole Marco Silvestri ha innervosito Ibrahimovic, inducendolo a calciare alle stelle il penalty del potenziale 2-2 nella partita di domenica sera. Una provocazione che non tutti oserebbero rivolgere al Dio Zlatan, stuzzicando l’ego del campione svedese. Una mancanza di rispetto di un ragazzino nei confronti di chi potrebbe essere il padre?
Non proprio, visto che Silvestri, appassionato di gaming, a 29 anni è diventato un portiere di livello molto più che rispettabile. Sono i numeri a parlare per lui e per il suo Verona, guidato magistralmente da Ivan Juric da più di un anno a questa parte. 9 clean sheet nella stagione precedente, meglio di lui soltanto Szczesny, Donnarumma e Musso. Statistiche notevoli se consideriamo la squadra per cui gioca, non una big. Quest’anno il copione può ripetersi, perché Silvestri ha già tenuto inviolata ben tre volte la porta gialloblù. Finora solo 5 gol subiti in sette partite di campionato, miglior difesa e primo classificato per percentuale di parate. Il sistema di gioco e l’idea di squadra partoriti da Juric fanno il loro lavoro, ma il valore dei singoli non può essere ignorato. Specialmente nel caso di portieri, che hanno fatto gavetta, che si sono distinti, che hanno portato successi, seppur poco eclatanti, ma ugualmente gloriosi.

La rinuncia forzata a difensori titolari come Empereur, Cetin, Lovato e Faraoni nelle prime giornate. Le partenze di Kumbulla e Rahmani, colonne portanti del Verona dell’anno scorso. Questi dati avvalorano ancora di più lo score di Silvestri, protagonista dell’ultimo biennio gialloblù in Serie A, ma non solo. Infatti gatto Silvestri è stato l’uomo decisivo per il ritorno del Verona in Serie A durante la stagione 2018-2019. I 3 rigori parati su 4 in campionato e il solo gol subito nelle cinque partite di playoff, valgono la promozione in A. Da lì l’incoronazione come miglior giocatore della stagione e la conquista del posto da titolare nella massima categoria.
Cresciuto nel Modena, Silvestri viene acquistato dagli attuali rivali del Chievo, dove però non trova spazio. Vive due esperienze formative, giocando da titolare, in prestito prima alla Reggiana, poi al Padova. Passato al Cagliari, il 27 aprile 2014 esordisce in Serie A, mantenendo la porta inviolata contro il Parma. Tuttavia le presenze tra le file rossoblù si contano sulle dita di una mano, così due mesi dopo viene ceduto al Leeds, militante nella Championship inglese.

Ai Withes gioca subito da titolare, parando anche quattro penalty durante le prime due stagioni. Nella terza ed ultima annata oltremanica viene declassato a “portiere di coppa”, ma non manca di mettersi ugualmente in luce come para rigori. Infatti, consente al Leeds di passare ai quarti di finale della EFL Cup neutralizzando quattro tiri dal dischetto dei giocatori del Norwich. Da quel momento viene ricordato come “the Hero”.

Ecco che nel 2017 Silvestri torna al passato, rientrando a Verona, questa volta sponda Hellas, giocando il primo anno come secondo di Nicolas. All’esordio, che avviene nel derby di Coppa Italia contro il Chievo, para il rigore all’ex compagno Pellissier e porta l’Hellas al turno successivo. Poi la retrocessione in B e di nuovo la promozione in A, con gatto Silvestri protagonista ai playoff.
Ed eccoci tornati ai giorni nostri ed ai numeri impressionanti di questo portiere, per cui una chiamata in nazionale, a 29, sarebbe più che meritata.