Il grande Boom del calcio cinese

China fans cheer during the 2018 World Cup Asian qualifying match against Hong Kong in Shenzhen, south China's Guangdong province, Thursday, Sept. 3, 2015. (AP Photo/Vincent Yu)

Ma cosa si nasconde dietro il Boom del calcio cinese?

Che lo si ammetta o no, in Cina si va per motivi economici: non sono infatti previste le restrizioni UEFA, non esiste un Fair Play a livello mondiale.
Non si tratta di soldi spesi per acquistare giocatori a fine carriera, ma vi è dietro un progetto governativo ben definito. Sono stati acquistati giocatori come Hulk, Ramires, Oscar, Witsel, Gervinho, Guarin, Jackson Martinez, Pellè, Lavezzi, tutti nel pieno della loro carriera, e allenatori del calibro di Villas Boas e Lippi. La maggior parte di questi nel nostro mercato invernale, che corrisponde in terra cinese al mercato precampionato, cominciando la Lega a Marzo.
Il gioco è semplice: chi viene comprato a parametro zero può essere ricoperto d’oro, chi acquistato per una cifra monstre percepirà comunque uno stipendio faraonico (ma con cifre sempre dubbie), il tutto per dare visibilità al campionato e far appassionare la popolazione cinese a questo sport, diventato professionistico solamente nel 1994! I costi elevatissimi dipendono dalla necessità di convincere i giocatori ad emigrare in Asia, dalla mancanza di alternative locali e dalla quantità enorme di sponsor che stanno investendo sulla Super League cinese.
Il governo come detto ha un piano ben preciso: la riqualificazione di questo sport a livello mondiale. Per far ciò prevede un bilanciamento del campionato (sul modello NBA), tuttavia in maniera occulta: l’anno scorso il Guangzhou Evergrande, primo vincitore cinese della Champions League asiatica, aveva venduto Elkeson, uno dei giocatori più importanti del campionato, ad una rivale per una cifra minima, motivando il trasferimento “Con lo scopo di aiutare i club cinesi a competere nell’AFC Champions League e per la gloria nazionale”. Il Guangzhou è rimasto comunque il club più forte del paese, ma la sensazione è che ora il governo promuova gli investimenti delle squadre di Shanghai, città nettamente più conosciuta.
Inoltre in ogni scuola saranno costruite strutture adeguate, il calcio (fin’ora considerato dalle famiglie una perdita di tempo per i propri figli, una distrazione da studio e lavoro) sarà inserito nel percorso disciplinare scolastico.
Oltre al già spiegato tentativo di valorizzazione del campionato e coinvolgimento della popolazione, la grande mossa del presidente Xi Jinping è stata quella di assegnare la panchina della Nazionale Cinese a Marcello Lippi, con il compito non tanto di riuscire in una quasi impossibile qualificazione al Mondiale 2018, quanto di formare una solida base, di fornire conoscenze calcistiche fondamentali alla Nazionale in vista del Mondiale 2030, la cui organizzazione è il culmine del progetto governativo cinese.