La Germania Ovest è stata una delle nazioni più vincenti a livello calcistico, tradizione continuata anche dopo la caduta del muro. Viene quindi da chiedersi: “E al di là del muro?“. Proviamo a scoprirlo in questo nuovo appuntamento della rubrica parlando della “squadra più odiata della Germania”: la Dinamo Berlino.
Tra le 18 squadre che parteciperanno alla Bundesliga 2019/20 soltanto 2 vengono dall’Est: il RB Leipzig e la neopromossa Union Berlin. Soltanto una squadra tra le 18 che parteciperanno alla 2.Bundesliga, la serie B tedesca, viene dall’Est: la Dinamo Dresden. Soltanto, quindi, un dodicesimo delle squadre che prenderanno parte ai massimi campionati tedeschi hanno sede in città che, una volta, sarebbero state controllate dalla DDR.
Effetivamente, dalla divisione della Germania alla riunificazione, soltanto l’Ovest si impose con trionfi importanti, sia a livello di club che di nazionale: 3 mondiali nel ‘54 in Svizzera, nel ’74 in casa e nel ’90 in Italia (sebbene il muro fosse già caduto al mondiale poterono andare solo i giocatori dell’ovest); a cui si aggiungono le 3 Coppe dei Campioni consecutive del Bayern München e quella dell’Hamburg nel 1983 ai danni della Juventus.
Mentre le squadre dell’Ovest trionfavano, l’Est calcistico ammirava i “cugini” festeggiare. L’unica soddisfazione fu proprio al mondiale del ’74, in casa della BRD. Il destino fece si che le due Germanie si incrociassero ai gironi, suscitando le preoccupazioni per l’ordine pubblico. La partita fu sorvegliatissima e molto tesa, dentro e fuori dal campo. Al settantottesimo minuto Sparwasser regalò la vittoria alla DDR, nonché l’unica soddisfazione internazionale per la nazione, anche se poi a vincere la competizione furono proprio i cugini.

A livello di club, la Oberliga non poteva competere con la Bundesliga. Essendo un Paese sotto il controllo dei sovietici e quindi comunista, i giocatori della Oberliga erano considerati dilettanti. Il livello del campionato era un’ovvia conseguenza di questa scelta politica.
E fu proprio per scelte politiche che nacque l’era d’oro della Berliner Fussballclub Dynamo, più semplicemente Dinamo Berlino.
La Dinamo venne fondata, inizialmente, nel 1953, per poi essere rifondata nel 1966, quando divenne proprietà della Stasi: il ministero della sicurezza di stato, i servizi segreti della DDR. Il presidente della squadra divenne Erich Mielke: ministro della sicurezza di stato, a capo quindi della Stasi.
Fino al 1977/78, però, la squadra non riuscì ad ottenere grandi risultati, se non una finale di coppa nazionale nel 1971. Mielke decise allora di mettere le mani negli affari del campionato con trasferimenti irregolari e unidirezionali dei maggiori talenti del paese, favoreggiamenti arbitrali e un sistema di corruzione che trasformò l’Oberliga nel parco giochi della Dinamo.

Dal 1978/79 al 1987/88, arrivarono 10 campionati di fila. Record assoluto per il campionato. I continui favoreggiamenti, i rigori su richiesta concessi (molte volte anche a tempo scaduto) e la situazione ambientale intorno alla squadra altro non fecero che renderla “la squadra più odiata della Germania” e diminuire di molte unità il numero di seguaci del calcio nella DDR. Questo importava ben poco, però, a Mielke che continuava a tessere le trame della Oberliga verso Berlino.
Al termine della stagione 1985/86 un altro episodio arbitrale a favore degli amaranto della Stasi passò alla storia come la vergogna di Lipsia: l’arbitro, Bernd Strumpf, concesse un rigore molto dubbio, che permise alla squadra di Berlino di agguantare il pareggio allo scadere e l’ottavo titolo consecutivo. Successivamente l’arbitro fu punito.

Nelle coppe europee, la Dinamo riuscì ad arrivare per ben due volte ai quarti di finale di Coppa Campioni: nel 1979/80, eliminati dai futuri vincitori del Nottingham Forest e nel 1983/84 dalla Roma che raggiunse la finale, poi persa ai rigori contro il Liverpool.
Dopo la caduta del Muro nel 1989, la Dinamo attreversò diverse crisi finanziarie e, senza più l’appoggio della politica, sprofondò fino alla Regionalliga Nordost, quarta serie tedesca, dove gioca tutt’ora. Le promesse erano state altre: dopo l’unificazione, infatti, la nuova proprietà aveva promesso che avrebbe fatto diventare la Dinamo l’Ajax tedesco. Evidentemente la promessa non fu mantenuta.
Tante volte la politica ha corrotto questo magnifico sport, allontanando le persone dagli stadi e da quella poesia e passione che dovrebbe essere alla base del calcio. Forse proprio le continue ingerenze della Stasi non hanno permesso alle squadre della DDR e alla nazionale di crescere e competere con l’ovest dopo l’unificazione, spiegando i numeri citati ad inizio articolo.
Nel 2014, la Germania ha vinto il suo primo mondiale dopo la riunificazione di 23 anni prima. Tra i 23 convocati di mister Low non figurava, però, nemmeno un giocatore di origini della Germania Est. Nessun giocatore dell’Est si è mai quindi laureato campione del mondo.
La crisi del calcio dell’Est continua anche oggi: a 30 anni dalla caduta del muro nessuna squadra proveniente dall’altra parte di Berlino ha mai vinto un titolo nazionale. Le differenze a livello sociale hanno scavato un solco, non soltanto nella vita quotidiana ma anche in quella calcistica sottolineando ancora di più il legame tra il football e la comunità in cui deve svilupparsi.