Le origini degli Ultras dell’Atalanta.

Da Milano, dove abbiamo parlato di Inter e Milan, percorriamo circa 50 km e arriviamo a Bergamo, casa dell’Atalanta e dei suoi tifosi.

In un recente studio, realizzato da StageUp ed Ipsos, si è venuti a conoscenza di un bacino di sostenitori di circa 245.000 persone. Scopriamo come sia possibile che questa squadra abbia fatto innamorare così tante persone.

Nacque tutto il 12 dicembre 1971 durante Verona – Atalanta (vinto 1 a 2) dove i tifosi di ritorno dal match, impressionati dal tifo veronese, decisero di fondare in pullman il primo gruppo Ultras: gli “Atalanta Commandos“. Questi esposero il loro primo striscione solo pochi anni più tardi, per di più in Curva Sud.

Infatti, lo spostamento nella più iconica “Curva Nord” avvenne poco dopo a causa del sole battente delle gradinate Sud e per il costo del biglietto, superiore al settore opposto.

Prima del Commandos non vi erano club ultrà che intendevano il tifo come quest’ultimi. Il neo-gruppo di stampo apolitico aveva come unico obbiettivo tifare la “Dea“. Organizzarono negli anni camminate, pullman propri, partite di calcio distribuendo un giornalino per diffondere la mentalità Ultras.

Successivamente nacquero gli “Ultras-Fossa” che raggrupparono i tifosi della provincia bergamasca, gli “Atalanta Panthers”, gruppo di Dalmine (un piccolo comune) e ancora gli “Sbandati“, conosciuti più per la sudditanza all’alcool. Infine, non per importanza, nacquero le “Brigate Neroazzurre” che riunirono i piccoli gruppi della provincia, grazie alla leadership carismatica.

Le Brigate, nate da una costola del Commandos, si staccarono dalla linea dei vecchi compagni volendo essere più trasgressivi. Da qui in avanti, per il sodalizio iniziò un’ascesa continua che lo porterà in breve tempo a diventare uno delle associazioni più ammirate e rispettate di tutta Italia.

Oltre allo stile rissoso, trasgressivo e burrascoso, il gruppo introdusse la politica all’interno della tifoseria. Nello specifico, durante i match della Dea in curva nord si vedeva sventolare al sole una bandiera con sfondo rosso e volto del Che Guevara.

Lo schieramento possedeva l’egemonia dell’ambiente fino al 1982, quando idee divergenti portano alla creazione di due gruppi: l’Armata Nerazzurra e  l’Island Collective (rappresentanza dei paesi dell’isola bergamasca).

Nel 1983 venne fondato un gruppo, destinato a fare la storia, i Wild Kaos Atalanta. I Kaos non sostenevano nessuna amicizia con nessun’altra tifoseria. Ci fu però un caso più unico che raro: durante una trasferta a Cagliare i locali ospitarono a loro spese il gruppo atalantino, pagando pranzo e cena a tutti e quarantadue i componenti. Da quel momento in poi nacque un’amicizia che dura ancora oggi.

I due gruppi in foto arrivarono presto ad una spaccatura. I Kaos durante una partita contro la Sampdoria intonarono dei cori contro i blucerchiati, iniziativa che non piacque alle Brigate, amici dei doriani.

Da questa spaccatura nacque la figura di Claudio Galimberti, detto il “Bocia“. Fondò la Nuova Guardia, che avrà vita breve ma utile a dare un segnale forte a tutto lo scenario ultrà. Nel 1998 nacquero, sotto la guida del Bocia, gli Atalanta Supporters dove la politica era scissa dal gruppo, “noi tifiamo Atalanta. La politica è un’altra cosa“, portando allo scioglimento i vecchi sodalizi esistenti e rimanendo l’unica realtà importante dell’intera curva nord dello stadio atalantino.

In conclusione, spero possa questo racconto portarvi a conoscere un tifo così caldo e che in queste settimane ha dato molto all’Italia. Gli Ultras della Atalanta hanno realizzato, insieme agli Alpini, l’ospedale da campo più grande d’Europa. Rispettando i tempi molto limitati a causa della pandemia di COVID-19, che vede l’Italia tra le più colpite al mondo. Grazie di cuore di quanta passione mettete sugli spalti e fuori dallo stadio.

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