Marco Brescianini, storia di un sogno rossonero

Il sogno di tutti quelli che iniziano a giocare a calcio. Un sogno portato avanti con dedizione e amore. La storia di uno dei migliori prospetti del Milan: Marco Brescianini

Giocare per tutta la vita nella squadra del proprio cuore. Il sogno di tutti. Essere come Maldini, essere come Totti. Iniziare dai pulcini e arrivare alla prima squadra, esultare sotto i propri tifosi, prendersi l’abbraccio della folla di cui una volta si era parte. Il sogno di Marco Brescianini. Mezzala classe 2000 della primavera del Milan.


Marco viene da Calcinate, come il gallo Belotti, e sogna di poterlo sfidare sul campo da calcio, con la maglia rossonera cucita addosso.
Arrivato al Milan all’età di 7 anni, la prima squadra era già il sogno, non troppo nascosto, di Marco. Ma se glielo chiedete oggi, probabilmente, vi parlerebbe di obiettivo più che di sogno.


11 anni passati a rincorrere un pallone con il diavolo nel cuore. Anni difficili, perché il calcio sa essere spietato e tante volte è facile arrendersi, restare tra la folla allo stadio e lasciare il campo a chi è più determinato. Determinazione, parola chiave per Marco che ne ha dovute passare prima di diventare il perno della primavera del Milan. Perché nella trafila delle giovanili, per tre o quattro anni, Marco il campo lo ha visto poco. Il motivo? Una delle frasi più ricorrenti nella storia del pallone: “ha un fisico troppo gracilino“. Ma la determinazione non lo ha mai fatto fermare e adesso dal campo non lo toglie più nessuno.


Anni di allenamenti e sacrifici portano sempre risultati. Ma sognare in grande significa non accontentarsi mai, non essere mai sazio e saper essere lontano dalle emozioni. Perché a volte quello che può sembrare un traguardo, è solo un punto di partenza. Come, per esempio, andare in tournée con la prima squadra e giocare qualche minuto in International Champions Cup. Per Marco la chiamata per il ritiro coi grandi era già arrivata l’anno scorso, con Rino Gattuso alla guida della squadra, ma quest’anno il Professor Giampaolo ha ripagato il suo lavoro con qualche presenza nelle amichevoli di cartello. Ma le emozioni non sono mai state un problema per lui che le ha sempre sapute vivere in modo distaccato. Da quando è tornato dalla tournée lo trovate a lavorare più sodo di prima, perché è bello giocare davanti a 50.000 persone, ma lui lavora ininterrottamente da 11 anni per farlo ogni Domenica. Non in qualche partitella estiva.

Brescianini al momento del rinnovo con il Milan

Mentalità glaciale e determinazione. Come Cristiano Ronaldo, punto di riferimento di milioni di giovani calciatori e anche di Marco, che vede in lui un esempio di professionalità. Lavorare sodo, partire dal basso, conquistarsi la fiducia di tutti quelli che in te non vedono un campione per poi smentirli sul campo a suon di ottime prestazioni. Come Ronaldo.
Se andiamo a vedere il modo di giocare, qualcuno prova ad accostare Marco a Toni Kross, mezzala con ottima visione di gioco e gran tiro da fuori. Ma Marco ha le idee chiare e guarda ad altri. Bonaventura, Fabian Ruiz o Milinkovic Savic. Questi sono i suoi punti di riferimento, persone da raggiungere, con cui un giorno condividere lo spogliatoio o con cui battagliare sul campo. Non semplici idoli da Playstation.

Brescianini, a sinistra, con Daniel Maldini, figlio di Paolo

Così, tra un giro a Calcinate con gli amici di sempre e un gol nel derby primavera, Marco prova a scrivere le pagine della sua vita usando solo due colori: il rosso e il nero. Provarci è ancora più facile quando in squadra c’è Daniel Maldini, figlio di Paolo. Quando, dopo un’estate di mercato che lo voleva lontano da Milano, “per farsi le ossa”, la società decide di rinnovare il contratto fino al 2024. E indovinate chi c’è accanto a Marco, nella foto di rito in occasione del rinnovo: proprio Paolo Maldini.
Un segno del destino? Probabilmente lo scopriremo solo col tempo, ma intanto Marco non si ferma: 2 gol in 3 partite di Campionato Primavera 2, l’ultimo decisivo per la vittoria 3-2 del Milan sul Venezia. Ringrazia la fiducia del Milan, provando a trascinare la squadra, come il migliore dei capitani. Glaciale e determinato, per continuare a vivere il sogno. Il sogno di tutti.