Il grande Boom del calcio cinese

Ma cosa si nasconde dietro il Boom del calcio cinese?

Che lo si ammetta o no, in Cina si va per motivi economici: non sono infatti previste le restrizioni UEFA, non esiste un Fair Play a livello mondiale.
Non si tratta di soldi spesi per acquistare giocatori a fine carriera, ma vi è dietro un progetto governativo ben definito. Sono stati acquistati giocatori come Hulk, Ramires, Oscar, Witsel, Gervinho, Guarin, Jackson Martinez, Pellè, Lavezzi, tutti nel pieno della loro carriera, e allenatori del calibro di Villas Boas e Lippi. La maggior parte di questi nel nostro mercato invernale, che corrisponde in terra cinese al mercato precampionato, cominciando la Lega a Marzo.
Il gioco è semplice: chi viene comprato a parametro zero può essere ricoperto d’oro, chi acquistato per una cifra monstre percepirà comunque uno stipendio faraonico (ma con cifre sempre dubbie), il tutto per dare visibilità al campionato e far appassionare la popolazione cinese a questo sport, diventato professionistico solamente nel 1994! I costi elevatissimi dipendono dalla necessità di convincere i giocatori ad emigrare in Asia, dalla mancanza di alternative locali e dalla quantità enorme di sponsor che stanno investendo sulla Super League cinese.
Il governo come detto ha un piano ben preciso: la riqualificazione di questo sport a livello mondiale. Per far ciò prevede un bilanciamento del campionato (sul modello NBA), tuttavia in maniera occulta: l’anno scorso il Guangzhou Evergrande, primo vincitore cinese della Champions League asiatica, aveva venduto Elkeson, uno dei giocatori più importanti del campionato, ad una rivale per una cifra minima, motivando il trasferimento “Con lo scopo di aiutare i club cinesi a competere nell’AFC Champions League e per la gloria nazionale”. Il Guangzhou è rimasto comunque il club più forte del paese, ma la sensazione è che ora il governo promuova gli investimenti delle squadre di Shanghai, città nettamente più conosciuta.
Inoltre in ogni scuola saranno costruite strutture adeguate, il calcio (fin’ora considerato dalle famiglie una perdita di tempo per i propri figli, una distrazione da studio e lavoro) sarà inserito nel percorso disciplinare scolastico.
Oltre al già spiegato tentativo di valorizzazione del campionato e coinvolgimento della popolazione, la grande mossa del presidente Xi Jinping è stata quella di assegnare la panchina della Nazionale Cinese a Marcello Lippi, con il compito non tanto di riuscire in una quasi impossibile qualificazione al Mondiale 2018, quanto di formare una solida base, di fornire conoscenze calcistiche fondamentali alla Nazionale in vista del Mondiale 2030, la cui organizzazione è il culmine del progetto governativo cinese.

Zona Sergio Ramos

Cosa significa per un difensore essere decisivo? Salvare un gol sulla linea? Annullare completamente l’attaccante avversario? Dettare i tempi di gioco a tutta la linea difensiva?
C’è un difensore che non la pensa così, il suo nome è Sergio Ramos Garcia. Cresciuto nel Siviglia, partendo dalle giovanili per arrivare in prima squadra, passa a 19 anni al Real Madrid, che diventa la sua casa. Diventa presto un titolare imprescindibile e a parlare per lui non è tanto la quantità enorme di trofei nel suo palmares, quanto quell’essere così maledettamente decisivo, a modo suo.
Nella stagione 2013-2014 abbatte con una doppietta i campioni in carica del Bayern (risultato finale 4-0) garantendo al Real di giocare la Finale di Champions contro l’odiato Atletico Madrid. La partita si mette male, l’11 di Simeone va in vantaggio e si chiude in difesa, ma al 93′ Sergio stacca più alto di tutti e buca Courtois, garantendo i supplementari al Real, che conquisterà in quei 30 minuti la “Decima”. Nel seguente Mondiale per Club diventa addirittura capocannoniere del torneo, segnando 2 reti.
Il 28 Maggio 2016 la finale di Champions è ancora una volta lo scontro madrileno tra Merengues e Colchoneros. Ad aprire le marcature è ancora una volta Sergio, ancora una volta con un colpo di testa, per poi segnare anche ai calci di rigore. Altra battaglia vinta.
Nella successiva supercoppa Europea il tanto amato Siviglia (“nella tomba porterò due bandiere: una del Real ed una del Siviglia) conduce 2-1, ma Sergio non guarda in faccia nessuno ed ancora una volta al 93′ buca il portiere avversario: ai supplementari il Real vincerà anche quel trofeo.
Nel Clasico 2016 il Barcellona va subito in vantaggio ed il risultato rimane invariato con il passare del tempo ed i Catalani assaporano già l’aver ridotto a solo 3 i punti in classifica dai rivali, ma ad azzittire il Camp Nou ci pensa sempre Sergio Ramos con un colpo di testa. Il minuto? Ovviamente il 90′.
Questo fine settimana un Real senza BBC soffriva maledettamente al Bernabeu contro il Deportivo La Coruña, in vantaggio per 2-1 a 10 minuti dal termine. All’ 84′ Mariano acciuffa il pari: la partita sembra finita, ma al 92′, in piena “zona Sergio Ramos”, c’è un corner per il Real. La storia è già scritta…

Per Sergio essere decisivi vuol dire segnare, farlo sempre quando conta, quando sembra tutto perduto, e lui ci riesce maledettamente bene!