Quanto costa andare allo stadio? Quanto può un impianto all’avanguardia influire sul prezzo del biglietto per una partita di calcio? Nella presente rubrica cercheremo di studiare il rapporto che intercorre tra stadio e biglietto, attraverso un’analisi che prevede tre appuntamenti. Nel primo di questi concentreremo l’attenzione sulla realtà della Premier League, e dunque sul modello inglese, che negli ultimi trent’anni ha reinventato il concetto di stadio, sia dal punto di vista ideologico che architettonico.

Premier League: 45.7 €
Liga: 39.6 €
Bundesliga: 35.5 €
Svizzera: 34.2 €
Ligue 1: 26.9 €
Serie A: 24 €
La tabella riporta i dati registrati dalla nona relazione comparativa delle licenze per club, illustrando il ricavo medio per tifoso nel match day. Vengono presi in considerazione i tagliandi venduti per la singola partita, abbonamenti e biglietti premio in relazione agli spettatori presenti allo stadio. Il campionato dove sono registrati i ricavi maggiori è la Premier League, competizione che garantisce palcoscenici suggestivi ed infrastrutture rinnovate costantemente. Tra le prime cinque squadre europee che, mediamente, vendono i biglietti più costosi tre sono inglesi (Arsenal, Chelsea e Liverpool). Non a caso, l’Arsenal ha inaugurato l’Emirates nel 2006, mentre il Liverpool ha terminato nel 2016 il progetto di ampliamento della tribuna Main Stand e della curva Anfield Road, con il quale sono stati aggiunti circa 15mila posti agli originari 45mila. Nonostante i ticket non siano proprio economici, gli stadi inglesi appaiono sempre ben riempiti, o addirittura sold out, a differenza delle sgradevoli macchie di seggiolini che caratterizzano le tribune di molte arene di altri paesi. La ragione di questa affluenza è, a nostro avviso, conseguenza del fatto che la modernità degli impianti paga bene. Uno stadio al passo con i tempi è una inopinabile fonte di attrazione per i tifosi, in grado di offrire servizi funzionali alla comodità, aree visitabili allestite a mo’ di musei, sistemi di trasporto rapidi e organizzati, nonché una vicinanza al terreno di gioco che consente una visione davvero gradevole del match. Gli stadi stanno modificando le proprie tradizionali funzioni per divenire centri multifunzionali. Simili caratteri sono tratto comune dei club di calcio inglesi, per lo più proprietari dei rispettivi campi da gioco. La proprietà esclusiva da parte delle società consente investimenti massicci, non altrimenti possibili nel caso di affitto delle strutture.

Venendo all’attualità, il Tottenham ha inaugurato nel mese di marzo il nuovo stadio, un impianto costruito sulle macerie del precedente White Hart Lane, fu demolito nel 2017 per riqualificare il quartiere. Il Tottenham Hotspur Stadium è stato concepito come centro polifunzionale, idoneo ad ospitare partite di calcio, di football americano ed incontri di boxe, nonché dotato di un manto erboso mobile a seconda delle esigenze. Questo stadio risulta uno dei più capienti d’Inghilterra, secondo solo all’Old Trafford di Manchester tra quelli di Premier, senza che ciò giovi al pubblico, data la distanza di appena 8 metri del campo dalle tribune. Superfluo dire che la birreria interna allo stadio ed i due enormi maxischermi, oltre ai 471 bagni, concorrono ad accrescere il livello dei servizi della nuova casa degli Spurs. Alla luce dell’investimento di oltre un miliardo di euro da parte della società, ecco spiegato il prezzo tutt’altro economico dei biglietti per i match e degli abbonamenti stagionali: questi ultimi possono arrivare a costare fino a 19mila sterline.

Ancora, l’Everton ha da poco presentato il progetto e rivelato le prime immagini del nuovo stadio. La prossima casa dei Toffees costerà 500 mila sterline e verrà inaugurata nella stagione 2023-2024, andando a sostituire l’ultra centenario Goodison Park, dove l’Everton ha conquistato otto campionato inglesi e cinque FA Cup. L’impianto sorgerà nell’area di Bramley-Moore Dock, un molo del porto di Liverpool poco distante proprio da Goodison Park, e dunque verrà costruito praticamente sul mare. Si prevede, oltre che una struttura più capiente (oltre 50mila posti) e più moderna, la realizzazione di una curva ad anello unico, the Blue Wall, sulle orme del muro giallo del Borussia Dortmund.
L’amministratore delegato del club, Denise Barrett-Baxendale, ha descritto lo sviluppo proposto come un punto di svolta per il club e la città. “Questa è una pietra miliare incredibilmente importante per entrambi. È prima di tutto uno stadio per il calcio, per i nostri fan appassionati e per i nostri giocatori, uno stadio che offre all’Everton una piattaforma per la crescita sia commerciale che sociale. Ma è anche uno stadio per l’intera città e uno sviluppo che porterà benefici in termini di rigenerazione per l’intera regione”. Ancora una volta l’accento è posto sulla potenzialità commerciale propria di strutture innovative, le quali consentono di incrementare la voce dei ricavi in bilancio, altrimenti limitata ai soli proventi della vendita dei biglietti.

Questa realtà è figlia di vera e propria rivoluzione che, grazie anche ad un massiccio investimento economico, ha cambiato i costumi e le abitudini comportamentali dei tifosi inglesi. La svolta avviene grazie politica di sicurezza negli stadi avviata dal 1989 dal primo ministro inglese, Margaret Thatcher, che strumentalizzò la tragedia di Hillsborough nel 1989 e quella dell’Heysel. Venne intrapresa una campagna contro gli hooligans attraverso l’adozione di provvedimenti repressivi nei confronti degli episodi di violenza negli stadi e la promozione di un programma generale di ristrutturazione degli impianti, trasformando questi ultimi in luoghi di attrazione più per consumatori che per tifosi. Da quel momento ad oggi il numero medio di spettatori a partita per lustro in Inghilterra è quasi completamente raddoppiato, con un’impennata nei primi dieci anni difficile da ignorare.
