
Siamo finalmente arrivati nella magnifica Rio de Janeiro, seconda città più importante del Brasile dopo San Paolo e per molto tempo capitale del Paese.
Tra una passeggiata lungo le meravigliose spiagge di Copacabana ed Ipanema e una fermata al Cristo Redentore, analizzeremo le quattro squadre di Rio: il Flamengo ed il Fluminense in questa prima parte, il Botafogo ed il Vasco da Gama nella seconda parte.
Flamengo
Il Clube de Regatas Flamengo è una polisportiva nata nel 1895, la cui sezione calcistica è divenuta tra le più importanti del Paese.
Gioca le partite casalinghe più importanti nel monumentale Maracanà.
La squadra è allenata da Jorge Jesus, ex tecnico di Sporting e Benfica, arrivato quest’anno in terra verdeoro per cercare di portare il “Rubro-Negro” sul tetto del Brasile e di tutto il Sud-America. Da quanto è arrivato in Brasile il Flamengo ha espresso un calcio spumeggiante, culminato con la netta vittoria per 3-0 di ieri notte contro il Palmeiras, diretti rivali per il titolo. La squadra è così in testa al Brasileirao, oltre ad essere in Semifinale di Libertadores (dove affronterà il Gremio, che vi abbiamo raccontato qui), mentre in Copa do Brasil si è arreso all’Athletico Paranense ai rigori ai Quarti di Finale.

Il Flamengo è come detto la favorita per il titolo, potendo contare su una rosa di altissimo livello.
Davanti a Diego Alves, portiere divenuto famoso ai tempi del Valencia per i numerosissimi rigori parati (al momento ben 26 su 61!), troviamo la linea i centrali Rodrigo Caio (inseguito in ogni sessione di mercato da qualche club italiano) e Pablo Mari, che ha sostituito il neo-milanista Leo Duarte, che a dire il vero in patria non ha entusiasmato.
I terzini sono assolutamente di spessore, entrambi arrivati in questa sessione di mercato: a destra l’ex Bayern Monaco e Genoa Rafinha, mentre a sinistra agisce Filipe Luis, tra i migliori interpreti del ruolo ai tempi dell’Altetico Madrid.

Dal centrocampo in su diviene chiara l’identità di gioco del Flamengo: la palla deve sempre essere in mani rossonere, grazie alla grandissima qualità dei giocatori. Dopo la partenza di Cuellar, cercato dal Bologna ma approdato in Arabia, è stato arretrato l’ex Roma Gerson nei due di centrocampo, al fianco di Arao.
È sulla linea della trequarti che il Rubro-Negro vince le partite, grazie a due talenti cristallini. Oltre ad Everton Ribeiro troviamo infatti De Arrascaeta e Bruno Henrique.
Partiamo dal secondo, fresco di convocazione con la Seleçao. Bruno Henrique è un’ala sinistra velocissima, capace di giocare anche come punta grazie ad uno spiccato senso del gol: sono già 10 reti e 5 assist in 25 partite fin’ora. È imprendibile in campo aperto: due settimane fa è divenuto il “giocatore più veloce al mondo“, raggiungendo i 38 km/h nei Quarti di Copa Libertadores, dove ha anche trascinato con una doppietta la sua squadra contro l’Internacional. Una curiosità? In patria è detto “Homem do Clasico”: segna sempre nei Derby.

Passando invece a Giorgian de Arrascaeta, le parole potrebbero non bastare. Questo urugagio del 1994 è il giocatore probabilmente più forte dell’intero continente SudAmericano, ed è difficile comprendere perché nessun club europeo lo abbia portato nel calcio che conta. È un 10 puro, quando lui si accende il Flamengo vince.
Un evento racconta al meglio questo giocatore. Siamo ad ottobre 2018, Giorgian si trova in Giappone con l’Uruguay, ma il giorno dopo si gioca la finale di Copa do Brasil tra il suo vecchio team (il Cruzeiro) ed il Corinthians (infatti in Brasile non ci si ferma durante le Nazionali, semplicemente si gioca senza i convocati). De Arrascaeta è la luce di quella squadra, non può tradire i compagni. Così prende un volo, attraversa 6 fusi orari e dopo 30 ore è a Belo Horizonte, a circa 1 h dall’inizio della finale, con sole 5 ore di sonno. Il risultato? Entra al 21 del secondo tempo, gol e Cruzeiro campione!
Il terminale offensivo è poi una vecchia conoscenza del calcio italiano, il 1996 Gabigol. La grandissima meteora interista è al momento il capocannoniere del Brasileirao, con 12 reti e 3 assist in 12 partite, ai quali si aggiungono 5 gol e 1 assist in 9 partite di Copa Libertadores.
Non c’è dubbio, il campionato brasiliano è indietro anni luce rispetto la Serie A, ma ci vuole calma prima di etichettare Gabriel Barbosa come bidone. È un giocatore completamente diverso rispetto a quello visto a San Siro, una prima punta vera e non un esterno come veniva fatto giocare appena arrivato in Italia. Un’altra chiamata in Europa arriverà sicuramente, vediamo se riuscirà a sfruttarla.

Dobbiamo poi necessariamente menzionare tre giocatori. Il primo è Diego Ribas da Cunha, il fantasista ex Juventus, Wolfsburg e Atletico Madrid, la cui carriera è ora a rischio per via di un infortunio al legamento crociato. Gli altri due, di contro, sono i giocatori più giovani della rosa, entrambi titolari fissi nelle selezioni giovanili del Brasile e considerate future stelle della Seleçao: il classe 2000 Lincoln, punta centrale su cui ha messo gli occhi l’Inter, e il 2002 Reinier, trequartista prenotato dal Real Madrid.
Fluminense
Il Fluminense, dai colori bianco verde e granata, venne fondato invece 1902. La sezione calcistica è amatissima, ultimamente i risultati stentano ad arrivare, anche per via di una grossa crisi finanziaria che sta vivendo la proprietà.
La squadra guidata da Oswaldo de Oliveira, tecnico che ha girato più o meno tutto il Brasile, è al momento in zona retrocessione, ma con due partite da recuperare.
Il valore della rosa è nettamente inferiore a quello del Flamengo, soprattutto dopo la partenza, direzione Firenze, di Pedro. Molti tifosi Viola ci hanno chiesto di questo giocatore: l’attaccante classe 1997 è probabilmente il brasiliano meno brasiliano che ci si possa immaginare. È una prima punta vera, capace di sfruttare benissimo i suoi 185 cm per tenere la posizione e segnare di testa. Nonostante ciò non è assolutamente statico davanti, sapendo giocare per la squadra ed essendo in grado di segnare da fuori.
Al rientro dalla rottura del legamento crociato, ha già segnato 5 reti in 10 partite quest’anno. Non sarà subito pronto per la Serie A, ma con il tempo i tifosi della Fiorentina potrebbero levarsi molte soddisfazioni!
Passiamo invece a chi al Fluminense è rimasto, partendo dai pali, difesi da Muriel Becker, il fratello maggiore del portiere del Liverpool Alisson.
In difesa troviamo un’altro giocatore della Fiorentina, il terzino Gilberto: ha fatto molto bene lo scorso anno, perdendo però il posto da titolare a vantaggio di Igor Juliao.
A centrocampo il Tricolor ha riportato in Brasile Paulo Henrique Ganso, che tuttavia non si sta mostrando all’altezza delle aspettative, sulla falsariga di quanto fatto in Europa.
Ma Ganso non è l’unica vecchia conoscenza europea: troviamo infatti, a spaziare tra trequarti e attacco, l’ex numero 10 del PSG: Nenè. Anche lui, all’età di 38 anni, sta facendo fatica.

Dopo la partenza di Pedro in attacco tutti i riflettori sono puntati adesso su due giocatori.
Il primo è il talento Joao Pedro. Questo ragazzino del 2001 ha fatto innamorare tutto il Brasile di sé, ed i paragoni con Neymar e Vinicius Jr si sono sprecati. Come mai? Questa punta centrale di 17 anni, dopo aver stupito tutti con le giovanili, è stato fatto esordire il 18 maggio negli ultimi 20 minuti di una partita contro il Cruzeiro, abbastanza per segnare una doppietta. Passa così una settimana e il tecnico decide di premiare il giovane con una maglia da titolare nei Sedicesimi di Finale di Copa Sudamericana: un gol di testa, uno di destro ed uno di sinistro, più un assist per il 4-1 finale.
I migliori club del mondo pronti a fare follie? Non proprio, perché Gino Pozzo ha già anticipato tutti, pagando 20 Milioni per il trasferimento di Joao Pedro al Watford a Gennaio 2020, quando avrà raggiunto la maggiore età.

L’allenatore del Fluminense sta comunque centellinando l’uso di Joao Pedro, per far sì che non si monti la testa. La squadra è così trascinata dall’ala destra Yony Gonzalez. È il giocatore che crea i maggiori pericoli per le squadre avversarie, tutto il gioco passa dai suoi piedi.
È dotato di un ottimo dribbling e di uno scatto notevole sui primi appoggi, ma grazie ai suoi 184 cm difende molto bene il pallone ed è preziosissimo in fase difensiva.

L’obiettivo dichiarato della squadra era la Copa Sudamericana, ma il Fluminense si è dovuto arrendere ai connazionali del Corinthians ai Quarti di Finale. Sempre ai Quarti è stato eliminato dal Cruzeiro in Copa do Brasil.
Classifica e Marcatori

